Aggiornamento Aprile 2005: CreativeCommons.it: fase seconda
CreativeCommons.it: Fase seconda
Dopo un anno di lavoro portato avanti dal sottoscritto e dai diversi "Commoners" il dominio creativecommons.it viene rilevato dal Politecnico di Torino a nome del public project lead Juan Carlos De Martin.Questa evoluzione segna il principio della cosiddetta "fase 2".
Del principio di questa "fase due" non condivido tanti aspetti, spero vivamente che il corso degli eventi possa sfatare i miei dubbi.
Riproduco a riguardo un mio messaggio sulla lista community.
Re: Creativecommons.it: Fase II
list a attivista.com list a attivista.com Ven 22 Apr 2005 11:47:57 CEST
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Faccio riferimento a questo messaggio di De Martin
http://www.creativecommons.it/pipermail/community/2005-April/000599.html
De Martin scrive:
[..] CONTENUTI: i contenuti del vecchio sito creativecommons.it erano sotto CCPL "Attribuzione", che rispetteremo.
Comunque, se un autore -tu o altri- preferisse non vedere apparire contenuti di cui detiene i diritti sul nuovo sito creativecommons.it, non avra' che da indicarci
l'esatta pagina da rimuovere.
[..]
Danilo Moi risponde:
Io mi riferivo esclusivamente a questa affermazione.
[..] Il vecchio sito rimarra' online con URL che verra' comunicata in occasione della presentazione del nuovo sito.[..]
Io ho lavorato a creativecommons.it (e sono **promotore e fondatore del sito in questione**) (vedi sotto)
http://www.creativecommons.it/main.php?page=crediti
Tutte le persone che hanno partecipato e collaborato hanno partecipato e collaborato a ***creativecommons.it***...ergo: i contenuti si pubblicano su
creativecommons.it
La mia obiezione concerne solo ed esclusivamente questo.
So perfettamente che la licenza è la attribution e non ho nessuna intenzione di mettermi a fare il pignolo e impedire la pubblicazione delle mie traduzioni
Anzi il mio problema è proprio il contrario!!
Che il lavoro svolto serva a qualcosa e non vada perduto!
**Però ho/abbiamo tradotto quel materiale per pubblicarlo su creativecommons.it**
La proposta di far puntare un nuovo dominio all'attuale spazio web è impraticabile.
Personalmente non la approvo e mi oppongo.
Personalmente poi un anno e mezzo del mio lavoro su creativecommons.it non può diventare un anno e mezzo del mio lavoro su "chissàqualesito.it".
Il template, il css, e il software che pubblica la sezione principale (interfacciandosi con il wordpress o comunque con il database mysql) sono
miei.(e in parte di Fabio Sabatino)
Le stesse **pesanti** modifiche al cms wordpress sono mie. ***Fin quando stanno su creativecommons.it mi sta bene, se creativecommons.it è il sito della community mi sta benissimo, ma se il sito creativecommons.it non è più il sito della community non mi sta più bene***
...**non a caso** nel disclaimer scrivemmo
[...] I contenuti pubblicati su it.creativecommons.org/www.creativecommons.it, ***compresi i programmi per elaboratore***, appartengono ai rispettivi
autori.[..]
Personalmente non ho nessun problema a pubblicare le mie traduzioni sul nuovo sito: però, come si è fatto nel sito "vecchio" i traduttori hanno tutto il diritto di controllare le traduzioni stesse. (sapete perfettamente come la penso a riguardo, vedere le incomprensioni passate con De Tomasi)
Come vedi non chiedo niente di diverso da ciò che ho sempre chiesto: *rispetto** per il lavoro di chi, gratuitamente, ha apportato un contributo.
Voglio evidenziarlo per bene: nessuno di noi deve niente a nessuno, ne a cc.org ne a nessun'altro.
Non si può certo dire il contrario.
Proseguo...
Ho sempre chiesto che le affiliate institutions portassero avanti una supervisione dei contenuti e del sito.
Ciò che si intende fare però è un po' di più di una "supevisione".
La community ha un senso solo se è libera.
Se si comincia a gerarchizzare il tutto **è finita**.
Mi permetto di invitarti a valutare la possibilità di non stravolgere la natura attuale della community e la natura attuale delle collaborazioni.
Si stabiliscano le benedette e sacrosante regole ma non si faccia l'errore di "istituzionalizzare" o blindare.
...***resta il fatto che nel momento stesso in cui te lo chiedo qualcosa di inaccettabile è già in atto.***
Il progetto aveva, tra le diverse valenze positive, quella di unire in un lavoro comune e **inter pares** tanto il primo ricercatore del CNR quanto
l'ultimo degli studenti di filosofia.
https://www.attivista.com/activists/main.php?page=copyleft=creative_commons=rivoluzione_diritto
Se questa valenza non ha più modo d'esistere non mi interessa più dedicare il mio lavoro e il mio tempo.
O, se non altro, non mi interessa contribuire nella maniera con la quale l'ho fatto fino ad oggi...nessuno potrà impedirmi comunque di intervenire in
lista o nelle liste, come nessuno potrà certo negarmi la pubblicazione di contenuti.
Con tutta probabilità non pubblicherò nulla, ma sarà una mia scelta.
Se pubblicassi, detto per inciso, continuerei a farlo come ho fatto fino ad oggi: **2 notizie in un anno**
(escludendo appunto le traduzioni, il lavoro tecnico e tutto il resto che sapete).
**Due notizie in un anno**: e potevo approfittare della situazione e pubblicarci tonnellate di materiale...le ho pubblicate sui mie siti dato che
ho sempre rispettato il progetto e mi sono sempre posto il problema di non strumentalizzarlo.
****Credo in tutta onestà di non piacere troppo a tanti proprio perchè non ho permesso strumentalizzazioni*** e vi assicuro che ho avuto diverse
occasioni.
Non l'ho fatto perchè ho una dignità, un caratteraccio e ribrezzo e disprezzo totale per servilismi e mafie.
Il rispetto per il progetto poi , come sai, l'ho espresso anche nell'utilizzo del mio account, fino ai minimi dettagli quindi.
**non l'ho mai utilizzato se non per rispondere a chi mi scriveva*** (forse una o due volte l'ho utilizzato per scrivere direttamente)
Parli di disabilitazione degli accounts di posta...io me lo sono sempre "autodisabilitato" da solo. :-)
De Martin scrive:
[..] APPELLATIVO: riguardo all'appellativo da usarein relazione alla tua persona, indica la tua preferenza e stai certo che non manchero' di utilizzarla.
[..]
Danilo Moi risponde:
L'ho già evidenziato.
Fino a prova contraria io sono **fondatore e promotore di creativecommons.it*** e sono stato il webmaster per un anno.
(per non parlare del coordinamento delle traduzioni e di tutto il resto)
Si parla di attribution: perfetto, giusto!
Nei crediti sul nuovo creativecommons.it dovrà essere presente il mio nome e il nome di chi, tra i collaboratori a quello attuale, intenderà chiedere
tale attribuzione.
Non solo: penso tale attribuzione e tale distinzione tra vecchio e nuovo sito sia opportuna per evitare equivoci.
Si pensi alle migliaia di links che segnalano "scarichiamoli"...credo sia il caso di informare chi ci ha segnalato che è tutto finito o che comunque le
cose son cambiate.
***Ergo: Danilo Moi, promotore e fondatore di creativecommons.it 1.0 sito web di riferimento www.attivista.com****
http://www.creativecommons.it/main.php?page=crediti
I promotori e i fondatori sono due: Danilo Moi *e* Lorenzo de Tomasi.
Come appunto appare negli attuali credits e come appare nel messaggio tramite il quale l'anno scorso segnalammo il
principio del sito stesso http://lists.ibiblio.org/pipermail/cc-it/2004-April/000269.html
(pagina segnalata appunto negli attuali credits)
De Martin scrive:
[..]
CC.ORG: non posso certo parlare al posto delle persone di cc.org che hai contattato.
Alla luce dei messaggi che ho ricevuto da Creative Commons in queste ultime settimane, posso pero' senz'altro azzardare l'ipotesi, che per certe comunicazioni l'assenza di risposta posso rappresentare, a tutti gli effetti, una risposta.
[..]
Danilo Moi risponde:
Ciò che mi chiedo è questo: perchè creativecommons.org non è intervenuta?
E' davvero molto strano.
Forse perchè qualcuno ha descritto loro le cose come credeva opportuno descriverle?
Io ho sempre reso pubblici i miei messaggi a Christiane o a Diane...e sono due o tre (uno è questo)
http://lists.ibiblio.org/pipermail/cc-it/2004-December/002017.html(notare cosa chiedo...sempre le stesse identiche cose)
Qualcun'altro può dire lo stesso?
Sarebbe davvero interessante sapere da Christiane il tenore e il tono di certi messagi privati scritti a lei da certi commoners...lasciamo perdere, ormai non ha davvero più senso.
Certo: il contenuto dell'email nella quale chiediamo le tue dimissioni potrebbe essere stato per cc.org abbastanza "spiazzante".
Non giustifico comunque il loro silenzio anche perchè, come si vede, i problemi sono stati posti ben prima che tutto il "caos" cominciasse.
Ora concludo...
Spero davvero che la frase aggiunta **da me** in homepage rimanga.
[..]
Creativecommons.it fa parte del progetto International Commons. Considerate però le differenze culturali, storiche, considerate le nostre attività, considerati i sistemi giuridici differenti, creativecommons.it, proprio al pari dell'adattamento delle licenze, costituisce un adattamento degli obiettivi di Creative Commons. Intendiamo quindi contribuire al progetto internazionale non come semplici "localizzazioni" ma come soggetti attivi consci della tradizione giuridica, filosofica e della cultura millenaria italiana ed europea.
[..]
....Perchè spero davvero che creativecommons.it non diventi una banale estensione di cc.org
Un saluto
Danilo Moi
mail at attivista.com
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Come è nato creativecommons.it
Il 21 Luglio 2003, come ogni giorno, percorrevo i miei bookmarks.Avevo scoperto da poco copydown e la mia attenzione capitò su queste tre pagine Il progetto Creative Commons, Il set di licenze libere CC: gli aspetti comuni, Il set di licenze libere CC: le scelte dell'autore.
Non avevo dubbi: [...] considero la scoperta della Creative Commons, per quanto riguarda la mia esperienza personale, un evento notevole, ciò che era semplicemente desiderato, indistinto, ipotizzato è invece una realtà che già prende forma.[...]
Scrissi appunto, di getto, il pezzo Creative Commons: il Copyleft prende forma.
Il pezzo ebbe fin da subito una notevole diffusione.
Durante la frenetica stesura dell'articolo ero stupito: trovavo incredibile che nessuno in Italia si fosse pienamente reso conto della portata e dell'importanza dell'idea.
A Settembre avrei scoperto che in realtà chi aveva capito la situazione c'era, questo qualcuno era Lorenzo De Tomasi. (Fin da subito, addirittura da Marzo, De Tomasi aveva preso contatti diretti con creativecommons.org registrando a suo nome il dominio creativecommons.it)
Io avevo scelto una via differente e tale scelta era dettata dal corso degli eventi.
A metà Agosto Brasile Finlandia e Giappone aderirono, attraverso tre rispettive istituzioni partner, al progetto International Creative Commons.
Scrissi quindi International Creative Commons: una proposta nel quale auspicavo appunto che tre delle maggiori realtà del web italiano portassero avanti un'azione comune al fine di "premere" affinchè l'Italia costituisse la quarta nazione aderente.
All'appello rispose subito l'associazione L'Erroneo, con la quale demmo vita alla prima lista di discussione Italiana sulle Creative Commons.
Durante le prime fasi del lavoro, al quale parteciparono anche alcuni esponenti delle associazioni citate, la lista venne a conoscenza del fatto che la Creative Commons aveva appena preso contatti con due istituzioni italiane: il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università di Torino e L'Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell'Informazione e delle Telecomunicazioni (IEIIT), fu proprio De Tomasi, appena iscritto in lista, a comunicarcelo.
L'obbiettivo e lo scopo della lista cambiò subito, vedemmo in essa un momento preliminare alla nascita della lista ufficiale, alla quale tutti avremmo poi partecipato.
(L'adesione italiana ebbe luogo a Novembre).
Così è stato.
La lista è andata avanti per mesi.
Nel lavoro di traduzione e adattamento delle licenze essa però non ha avuto praticamente nessun peso.
Determinare se le licenze Creative Commons risultano o non risultano compatibili con il sistema giuridico italiano è senza dubbio qualcosa di "tecnico".
Molti dei membri, se non la maggior parte, non hanno alcuna competenza in materia di leggi e diritto, incluso il sottoscritto, per alcuni aspetti perciò il non partecipare della lista a questa fase può essere giustificato.
I membri della lista hanno comunque portato avanti un notevole lavoro di divulgazione attraverso traduzione di testi, dei materiali ufficiali, creazione di materiale ad hoc per la realtà italiana, conferenze, raccolta e scrittura di notizie, talora lezioni universitarie: occorreva quindi qualcosa che potesse raccogliere tutto questo lavoro e fosse da motivo e coordinazione per ulteriori attività.
Il sito creativecommons.it nasce per questo.
Il 13 Aprile, quindici giorni fa, io e Lorenzo De Tomasi abbiamo deciso perciò di dichiarare sul sito stesso la nostra intenzione di pubblicarlo. (Dare vita a creativecommons.it)
Poichè per "motivi burocratici" nessuna persona esterna alle istituzioni partner può avere accesso ai loro servers abbiamo pensato di far ospitare il sito da un qualasiasi provider che l'avesse ospitato gratuitamente. (Il provider avrebbe tratto beneficio dalla pubblicità determinata dalla notevole visibilità di creativecommons.it)
In meno di 24 ore abbiamo risolto il problema, creativecommons.it è ospitato da: renomo.com
I lavori, dopo l'autorizzazione della creativecommons.org, sono partiti.
Primi passi:
23 Aprile Parte il lavoro di traduzione.
22 Aprile creativecommons.it OK creativecommons.org autorizza la pubblicazione del sito.Webmasters:Danilo Moi e Lorenzo De Tomasi
17 Aprile Marco Ricolfi, il project leader di Creative Commons Italia, chiarisce il punto della situazione.La nascita del sito italiano non è così semplice e immediata. In questo messaggio propongo una possibile soluzione: spero gli eventi si evolvano in maniera positiva.
16 Aprile creativecommons.it Habemus Hosting, la mia comunicazione in lista di quanto preannunciato nei giorni scorsi.
Un breve abstract di quanto pubblicato il 13 Aprile su creativecommons.it: Dare vita a creativecommons.it
14 Aprile Risolto il problema del server, www.creativecommons.it sarà ospitato da renomo.com