Segnalo un interessante intervento di Francesco Mollo su quintostato.it
Il voto dei mercati
[...] In India Sonia Gandhi ha vinto le elezioni politiche. Ma nei giorni successivi la borsa è crollata e le autorità competenti hanno dovuto chiuderla per eccesso di ribasso. Le cose sono migliorate solo quando la Gandhi ha rinunziato al mandato ed è stato designato come capo del governo Manmohan Singh, l'esponente più liberista del partito del Congresso: a decidere chi governerà l'India non sono stati dunque gli elettori bensì il mercato.[...]
Come svincolare quindi i sistemi economici da quelli politici?
Il problema è di tutto rispetto.
Io ho tentato una "risposta", se così si può definire, nel mio saggio "Equalism: dissertazione su una nuova etica".
In particolare nel capitolo sull'economia.
Dall'economia "omogenea" all'economia "eterogenea"
Microsistemi economico-politici modulari.
In ultima istanza tutto è subordinato al superamento della democrazia rappresentativa attraverso il passaggio alla democrazia assembleare, (segnalo a riguardo un mio intervento su quintostato.it)
La democrazia assemblerare è il "controllo" perenne dei processi legislativi da parte dei singoli cittadini. (Nella prima parte del saggio mi occupo della natura di questi sistemi giuridici)
Il senso civico scongiura la "mala politica"
Francesco Mollo conclude il suo pezzo auspicando quasi una sorta di "ricatto" da parte dei cittadini nei confronti dei governi.
Scrive infatti: [...] solo azioni collettive e con impatto economico possono fare la differenza nella relazione cittadini-governo [...]
Io non penso questo sia possibile o è possibile soltanto in una nazione con profondissimo senso civico...ma una nazione del genere avrebbe un governo degno di essa e il problema non si porrebbe.
Mollo adduce l'esempio concreto del decreto Urbani e fa un ipotesi.
Se gli utenti disidicessero in massa gli abbonamenti adsl, "ricattando economicamente" il legislatore, quest'ultimo si trovrebbe costretto a legiferare in un determinato modo, poichè appunto i governi sembrano capire soltanto, come scrive, "l'idioma dell'economia".
L'idea è certamente interessante, ma, e questa è la mia opinione, il problema è a monte.
E' il nostro senso civico che dobbiamo sviluppare, proprio al fine di scongiurare che legislatori e governanti indegni ricoprano cariche pubbliche.
Forse i netstrikes, le raccolte firme, le petizioni, o (nel mondo reale) le manifestazioni di piazza e le proteste, sebbene nell'immediato non producano risultati concreti, possono costituire, in virtù della loro indubbia efficacia "comunicativa" ottimi strumenti per focalizzare e attrarre l'attenzione dei cittadini su problematiche che disastrosamente sono a loro sconosciute.
Sono quindi strumenti ulteriori allo sviluppo del nostro "senso civico".
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Google: l' "onnipatente". (English version)
Go language, il linguaggio di scripting di Google (English version)
Da equalism.org
Frequently asked questions
Economia, politica e senso civico
E' possibile svincolare i sistemi economici dai sistemi politici? Un sistema politico auspicabile nasce dal nostro senso civico.